Matematica rock by Paolo Alessandrini

Matematica rock by Paolo Alessandrini

autore:Paolo Alessandrini [Alessandrini, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Figura 8.3Una parte della melodia di “Help!”.

Come si vede, l’altezza delle note non varia molto, la melodia rimane sempre abbastanza orizzontale e vicina al Do diesis iniziale. Al contrario, molte delle canzoni di McCartney esibiscono oscillazioni molto più ampie: ascoltate “Eleanor Rigby” e vi troverete salti anche di un’ottava.

Un altro marchio di fabbrica di Lennon, usato invece poco da McCartney, era costituito dalla frequente alternanza, nello stesso brano, tra una tonalità maggiore e la relativa minore. Questo si ritrova in canzoni come “Run for Your Life” e “It’s Only Love”.

La sentenza del tribunale statistico di Glickman e colleghi è stata emessa tenendo conto di questi elementi distintivi: in “In My Life” l’algoritmo ha ritrovato più spesso quelli di John rispetto a quelli di Paul, mentre l’opposto è accaduto per “The Word”.

I due ricercatori hanno osservato che in futuro potranno essere presi in considerazione anche i testi, per rendere più preciso il calcolo delle probabilità di attribuzione. Per la verità, un’operazione simile sul corpus delle canzoni firmate Lennon-McCartney era stata già tentata nel 1996, da parte della statistica Cynthia Whissell della Laurentian University in Canada. In un articolo [Whissell, 1996] la ricercatrice aveva riferito i risultati di una sua ricerca che mirava a caratterizzare gli stili compositivi dei due songwriters nell’ambito dei testi e ad analizzare in generale l’evoluzione dei testi beatlesiani nel corso del tempo.

Dai testi dei brani scritti da John e Paul nell’epoca Beatles, lo studio di Whissell aveva raccolto due tipi di informazioni: dati tradizionalmente usati negli studi stilometrici, cioè nelle ricerche che dall’analisi di un testo cercano di risalire al suo autore (frequenze di parole utilizzate, lunghezza dei vocaboli, utilizzo dei pronomi personali ecc.), ma anche dati legati al significato emozionale dei termini impiegati.

Lo studio statistico aveva confermato sostanzialmente quanto gli appassionati conoscono da sempre, e cioè che i testi di Lennon sono mediamente più malinconici di quelli di McCartney e che, complessivamente, i testi del gruppo si fecero, col passare degli anni, più tormentati e introspettivi, allontanandosi progressivamente dal tema amoroso.

Glickman, Song e Brown hanno ipotizzato che il loro metodo possa in futuro essere applicato anche al di fuori della produzione del gruppo di Liverpool e consentire nuove affascinanti scoperte relative al mondo musicale. L’obiettivo da perseguire, hanno spiegato, va al di là della mera risoluzione di vecchie dispute musicali. Si potrebbe infatti ambire a uno studio approfondito dell’intera storia della musica pop-rock guidato dall’intelligenza artificiale, e il risultato finale potrebbe essere una grande mappa delle influenze stilistiche tra artisti diversi. Possiamo sognare un nuovo, potente algoritmo in grado di confrontare gli elementi caratterizzanti dei diversi autori e tracciare collegamenti reciproci. Si potrebbe così capire quali artisti precedenti abbiano maggiormente ispirato un certo musicista o una certa band e, analogamente, quali siano stati i loro veri eredi musicali: tutte domande alle quali non è mai facile rispondere. Riuscire a portarlo a termine per certi gruppi centrali nella storia del pop-rock, come i Beatles, equivarrebbe a tracciare una intricata rete di ascendenti reciproci, una rappresentazione di come l’ispirazione e le idee siano rimbalzate tra le menti più geniali di un’epoca.



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